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mercoledì 3 maggio 2017

Finiti gli argomenti si chiama violenza

Non vorrei dedicarmi a questioni troppo "cittadine", nel senso che quando ho iniziato a scrivere in questo sito, ho cercato di dargli un respiro quanto più nazionale/internazionale e universale possibile.

Mi trovo però davanti alla profonda delusione e sincero sgomento, nel vedere un sindaco, Virginio Merola, e una giunta, paradossalmente figli di un partito ereditario senza merito della sinistra storica, che, senza un piano specifico, senza esigenze di alcun tipo, minacciano di gomberare uno spazio storico difeso, amato e protetto da chi lo frequenta, lo conosce e a modo suo lo abita, connotandosi come uno dei punti sociali più politicamente attivi, culturalmente fertili e socialmente utili della città di Bologna, città paradossalmente ereditiera di un passato di controcultura di cui si fa ampiamente vanto, di cinema, poesia, politica e sinistra storica. 
Città che da sempre vive la propria ricchezza in bilico tra la borghesia e la cultura, che salva la propria anima bottegaia con una spinta fermentata di socialità, attirata e alimentata dal mondo universitario che volente o nolente genera una più viva cultura dal basso, viva proprio perchè nata da se stessa, da una necessità propria e priva quindi della benedizione delle istituzioni.

Sotto: unica foto dell'assemblea pubblica del 9 Aprile con Bruna Gambarelli (macchia rossa in occhiali da sole a sinistra), Daniele Ara (macchia blu con occhiali da sole alla sua destra) e Matteo Lepore (macchia grigia sotto il CE dello striscione alle spalle)

Sono senza parole dal pensare che sia passato inosservato dai media cittadini, tranne che su Radio città del capo e Zic, il fatto che Matteo Lepore, Bruna Gambarelli e Daniele Ara siano effettivamente andati ad un incontro pubblico il 9 Aprile dentro lo spazio pubblico autogestito XM24, sono senza parole dal pensare che i giornalisti ci fossero ma abbiano evitato accuratamente di parlarne, mentre ogni giorno sappiamo anche cosa alcuni esperti pensino possa aver sognato Igor il killer della bassa padana annoiata e perennemente spaventata.
Sono senza parole che non abbiano parlato dei discorsi vaghi e propositivi ma senza certezze di Lepore, dell'imbarazzante mutismo dell'assessora alla cultura Bruna Gambarelli, a confermare la vacuità del proprio ruolo incapace di difendere qualcosa che non faccia pubblicità alla giunta, alla inutile e spavalda aggressività di Daniele Ara che ha cercato con scarso successo di fare revisionismo storico sulla convenzione, i dialoganti e i progetti, azzittito da cittadini che hanno saputo rispondergli senza rabbia, ma così bene che non ha più fatto un solo intervento. 
Un incontro che si è tenuto tutto tra realtà diverse, compreso XM24 da un lato e diciamocelo, solo Lepore, dall'altro, davanti a chiunque volesse partecipare.

Sono senza parole dal pensare che, oltre al soffrire una inutile, non necessaria, non spiegabile spada di Damocle, a chi vive questo spazio, si dica anche che sia per il bene di quei 300 cittadini che hanno posto firme (non convalidate, guidate da Mazzanti, un politico che sulla questione, all'italiana maniera, è tristemente in conflitto di interesse), che si è parlato di sgombero.

Se questo fosse vero, se abitassi in Piazza Verdi mi arrabbierei non poco, se abitassi di fianco allo stadio, dove gli Ultras senza fare attività culturali/sociali e affini continuano a fare feste fino a mattina inoltrata con tanto di raccolte firme dei cittadini limitrofi, che tanto visto che l'area non è punto di interesse economico, vengono bellamente ignorati, mi arrabbierei non poco, se fossi un abitante dell'area intorno piazza dei Martiri, dove ci sono, solo nella piazza due centri slot e un bar con sala slot (una sola piazza) e questo viene considerato accettabile, mi arrabbierei non poco, se fossi un abitante della trilogia navile, ma non chi l'ha promossa, e mi ritrovassi a vedere una giunta così impegnata in una cosa così stupida che ha cavalcato le mie due lamentele per giustificare il proprio nulla progettuale e poi si è dimenticato di me mentre io mi trovo in un complesso fantasma, mi arrabbierei non poco, se fossi uno di bartleby, atlantide o la consultoria femminista, sgomberati per necessità di utilizzo degli spazi, e poi invece lasciati per anni vuoti e murati, perchè non sia mai che qualcuno ci faccia qualcosa, mi arrabbierei non poco.


Io, come cittadina, mi arrabbierei non poco all'idea che un sindaco, e una giunta, si permettano di essere così incuranti di quello che chiede una grossa fetta di città, tra l'altro in cambio di nulla, mi arrabbierei all'idea di un governo cittadino che si permetta di portare avanti scelte economiche sopra quelle sociali, che si permetta di ignorare personalità intelligenti, analisi e fatti portati da una moltitudine variegata di individui, mi arrabbierei anche se di quello spazio e quella vicenda non me ne fregasse nulla, perchè mi sentirei tradita dal fatto che un sindaco stia deliberatamente agendo contro l'interesse e le richieste fatte a gran voce e con una sequela di argomentazioni fatte lucidamente e valide, dei suoi cittadini, e questo, a prescindere dal prendere posizione o meno sulla vicenda specifica, non è assolutamente accettabile. 

Saper fare politica non dovrebbe essere fare interessi economici a breve termine per rattoppare errori fatti, traumatizzare il tessuto sociale, consolidato e fertile dei cittadini, non dovrebbe essere prendere per buona la salienza dei cittadini arrabbiati senza argomentazioni, ma la realtà dei fatti analizzati lucidamente, e questa giunta sembra non essere volutamente in grado di farlo.
Una città come Bologna epurata del suo tessuto spontaneo è una città vetrina e morta, ci sono stati sindaci incompetenti in passato, ma sindaci così apertamente distruttivi dello spirito complesso e non per questo meno armonico di una città che è viva, ancora non erano arrivati.

E quei cittadini che abitano lo spazio? Di quelli che lo stanno sostenendo? Loro chi sono? 
Di quelli nemmeno se ne è parlato, di Milena Magnani, di Wu Ming, di Venti pietre, di Campi aperti, di individui che non vantano un nome famoso ma che brulicano nella città.
Le rare volte in cui li si descrive essi, in particolare quelli che non godono di una fama che li preceda, perdono automaticamente la connotazione tridimensionale di cittadini, residenti, lavoratori, e diventano unicamente antagonisti, attivisti, giovani ecc....

Banalità. Categorizzazioni riducenti che servono a creare un immaginario preciso, a distruggere l'interlocutore, ad abbassare il livello dell'interazione.

Facile parlare dei giovani e degli attivisti, perchè ai più sembrano qualcosa di lontano dal quotidiano che fatica, che soffre le tasse, le cattive amministrazioni e la criminalità, gli antagonisti e gli attivisti sono mentalmente rigettati nel fondo della società, mentre per i giovani si sa, quando si parla di "giovani" si parla o di promesse del futuro, o di persone che tutto sommato non sono dei pieni responsabili, i giovani non sanno bene cosa vogliono, non sono lucidi, hanno passioni temporanee e passeggere, non si mantengono, non costruiscono la società con le loro spalle, sono labili, e così insieme agli attivisti sono degli idealisti scansafatiche, sono lontani dalle esigenze del quotidiano di chi lavora, ha famiglia ecc.... in pratica, giovani e attivisti/antagonisti sono lantani da chi, nell'immaginario collettivo, merita di avere voce in capitolo sulla città.

Ma il 9 aprile, giornalisti che c'erano, le persone che si muovono nello spazio, lo sanno che lì non erano solo i giovani, non erano attivisti bidimensionali da immagine iconografica, questi mostri ridotti a macchietta che tutti immaginano solo felpe nere col cappuccio, volto coperto, sguardo truce e magari spranghe e caschi, stile black block. Come coniughino nella loro mente questa immagine con quella dei progetti, eventi e laboratori che vivono lo spazio pubblico autogestito in questione, è molto difficile da capire, ma del resto si parla anche di immigrati che rubano il lavoro e non hanno voglia di lavorare.

Lo sanno i politici e i giornalisti che ognuna di quelle persone è una e più ruoli, è complessa e sfaccettata come ognuno dei votanti, ognuno dei cittadini.
C'erano studenti, ma anche professori universitari, c'erano anziani, c'erano adulti, c'erano bambini, e c'erano quelli con la felpa col cappuccio, e quelli coi tatuaggi e quelli in camicia, e quelli che del vestirsi non fanno nessuna bandiera, e c'erano le signore energiche, e le ragazze e i ragazzi, e gli stranieri e gli italiani e le madri e i padri e i figli.

(nella foto in basso l'assemblea dell'8 febbraio, la prima assemblea pubblica dopo l'avviso di sfratto)


Gira in queste ore, un appello scritto da persone di rilievo del mondo culturale bolognese, sottoscritto da persone diverse, con motivazioni diverse, basterebbe leggerle per smettere di ridurli a una categoria sola e descrivibile come se fosse una persona sola.
Ci sono professori, ci sono scrittori, comuni cittadini, stranieri, ricercatori, insegnanti, fotografi, artisti, studiosi, altri lavoratori, ragazzi.
Troverete come ho detto, anche qualche motivazione, una delle parole più comuni è che quello spazio, che è XM24 è casa, ma anche che è ricchezza, troverete tantissimo la parola amare e suoi sinonimi, troverete metafore, astrazioni per rappresentare in poche righe l'attaccamento di queste persone.

Io invece non ho parole per un sindaco e una giunta che vogliano fare un atto di forza ingiustificato sulla propria cittadinanza che evidentemente riconosce il valore di quella realtà, che la trattiene, la vuole, se ne sente parte, ci si aggrappa, e che sta parlando, sta chiedendo, con tante modalità, e molto più intensamente che con le 300 firme di rabbia e parole spese di persone che avevano dubbi ma nemmeno c'erano mai stati, ma con molte parole di amore, per tenersi uno spazio pubblico, qualcosa che è palesemente utile, riconosciuto da più fronti, da più umanità.
Non capisco sinceramente perchè fare un torto ai propri cittadini, non capisco, a questo punto in cui nemmeno si sa cosa farne di questo spazio (e anche sapendolo ora sarebbe ridicolo visto che lo si voleva sgomberare per una casermama poi la caserma è saltata, ma forse prima ancora era una casa della letteratura, ora, e questo, a mio avviso, rasenta il tragicomico, per una casa delle associazioni, ma non è che si sia convinti, anche perchè non so magari era per metterci una ciclofficina popolare, una palestra, un orto, una scuola italiano migranti, un punto di dibattito pubblico? Come si spiega a chi si sta opponendo che quelle cose già ci sono e funzionano senza fondi? Come si giustifica? Quanto può cadere la faccia dei politici pur di andare avanti come i muli?)
Non si capisce, a questo punto, se è una specie di dispetto, un capriccio o una fissazione, ma questo sarebbe in fondo, un punto di vista da commedia all'italiana, nella realtà, questa azione di forza ingiustificata, questo mutismo contro una categoria intera di popolazione, solidale, sociale, inizia ad avere sempre più i contorni di una violenza, questa minaccia di sgombero, perchè banalmente è uno sgombero, che come dimostrato dai vari cambi e dai motivi detti, modificati, smontati pubblicamente, non avrebbe più un solo valido motivo di essere realizzato.
Perchè se lo si stesse facendo per i cittadini, allora è evidentemente un errore visto che i cittadini si stanno ampiamente esprimendo in più forme.
Perchè se lo si stesse facendo per necessità di luoghi, basterebbero tutti quelli già vuoti e murati ancora in attesa di essere usati per definirlo evidentemente falso, ma anche non volendo usare questo motivo, allora basta vedere i cambi fatti sulla sua destinazione, per definirlo ormai chiaramente falso.
Perchè lo si sta facendo? Per interessi economici? Per cercare di tirare per i capelli le aziende a investire sulla fine del tragico progetto della Trilogia Navile cara a Mazzanti e a Merola che sta lì dietro lo spazio, perennemente incompiuta? Perchè il comune deve supplicare il privato per concluderlo?
Allora noi, cittadini, abitanti, fruitori di uno spazio pubblico dobbiamo pagare quante volte questo errore?
Una in moneta, una in abbrutimento del paesaggio (perchè diciamolo, ora c'è un'area brutta, incompiuta e inutile fatta di palazzoni che coprono pure San Luca) ma soprattutto una in spazio vitale, partecipazione, stimoli e socialità?
Paola Bonora (geografa) ha dato una sua interpretazione non molto lontana dall'articolo comparso  su questo blog all'inizio di tutta questa vicenda, che è molto esplicativa e che vi invito a leggere.


Questo è l'appello nella sezione sottoscrizioni troverete anche più e più motivazioni che forse rendono meglio un'idea di quello che è quel posto, almeno ne parla chi lo conosce, molto più di quanto non lo facciano la stampa o i politici. 

Troverete nomi e cognomi e ruoli, visto che per qualcuno è importante fare delle distinzioni tra cittadini di merito e non.

sabato 4 febbraio 2017

Il Re è nudo - il contesto e i fatti sulla richiesta di sgombero a XM24

"Il Re è nudo!" Grida il bambino della favola di Andersen, il bambino è quello che vede ciò che tutti vedono ma crede anche sia il caso di dirlo e non si fida ciecamente del suo Re, il ciambellano è quello che continua la finzione.
Questa è la favola dei vestiti nuovi dell'imperatore, una favola che andrebbe raccontata e perpetrata, che ci dice che non tutto quello che viene millantato e detto da un leader è vero, e che un leader ha bisogno, per il bene della sua stessa popolazione, di qualcuno che sappia andargli contro.

Una storia che è difficile da raccontare in questi tempi, perchè il "Re è nudo!" che lo gridino in pochi o tanti, è difficile sentirli, troppe variabili, troppe maschere, troppi filtri mediatici, troppi elementi che passano sotto il tavolo mentre si grida di qualcosa di meno importante. 
La realtà, soprattutto di questa storia, di quella dello spazio sociale XM24 e dell'avviso di sgombero entro il 30 Giugno 2017 intimato dal comune via mail è complessa, facilmente strumentalizzabile, dicotomizzabile, la provo a riportare in un quadro più ampio dei singoli fatti di questi giorni in un driblaggio di notizie modificate, falsità e dichiarazioni casuali, e altri elementi che sembravano non c'entrare niente ma se li metti in fila qualche dubbio viene.
Vi riporto la storia e il contesto in cui si sta decidendo il destino di uno spazio storico, vivo, anche non sempre perfetto ma sociale come l'XM24 sito in via fioravanti 24 a Bologna.

I protagonisti:
XM24: spazio sociale autogestito nel quartiere della Bolognina, situato nell'ex mercato ortofrutticolo, locale dato da Guazzaloca nel 2002 dopo il minimo di lavori richiesti per renderlo frequentabile al costo di 200.000 euro. In convenzione dal 2013, scaduta al 31 dicembre 2016
Virginio Merola: ex assessore all'urbanistica sotto la giunta Cofferati, Sindaco per il secondo mandato del comune di Bologna
Claudio Mazzanti: ex presidente di quartiere della Bolognina, attuale presidente del gruppo consiliare del pd di Bologna, promotore del progetto fallimentare (due volte) trilogia Navile, proprietario di un appartamento nel suddetto progetto, marito di una dei direttivi di Acer
Bruna Gambarelli: assessora alla cultura della giunta Merola
Daniele Ara: presidente di quartiere della Bolognina


2011 - Parte ufficialmente la costruzione della trilogia navile, un progetto di edilizia faraonico nella Bolognina, promosso dall'ancora prima assessore all'urbanistica Virginio Merola, con l'intento di creare inizialmente un progetto di edilizia popolare che si trasforma poi in un progetto molto diverso ( con appartamenti anche da 4000 euro al mq) e che fallisce due volte,(rispettivamente Valdadige, Coop Costruzioni)  richiedendo infine ingenti iniezioni di fondi pubblici, per 3 milioni di euro, nel tentativo di salvataggio. 
Il  progetto è tuttora a metà, dopo l'inaugurazione dello studentato nel 2013, con cavi sporgenti, palazzi incompiuti e da anni macerati alle intemperie. 
Alcuni, tra quelli compiuti, sono stati venduti, tra questi, in uno abita Claudio Mazzanti.


Nel 2013, il Comune decide di abbattere uno dei muri dell'XM24 per far passare la rotonda e la strada che collegano il nuovo progetto trilogia navile, partono una serie di tavoli e iniziative da parte dello spazio per non far abbattere il muro che lo priverebbe della palestra e della cucina, Blu supporta con un'opera di street art sul suddetto muro, si schierano a favore partecipando a serate all'interno dello spazio: Wu Ming 4, Freak Antoni, Mara Redighieri, Pino Cacucci e altri in una campagna chiamata "Battaglia per XM24, la realtà non è rotonda", lo spazio chiede infine il consulto a uno studio di architetti romano che fornisce una proposta alternativa (in risposta alla impossibilità di realizzare tecnicamente un qualsiasi progetto alternativo, forinto dal Comune di Bologna, che consentisse  mantenere il muro senza rinunciare a una pista ciclabile, elemento molto discusso sui giornali locali). Il progetto funziona, il muro resta su, la rotonda e la strada e la ciclabile vengono costruiti e attualmente abbiamo infatti muro, ciclabile e rotonda.

Tre anni di convenzione passano fra laboratori gratuiti, assemblee, feste in quartiere, feste di autofinanziamento (anche contestate). I laboratori crescono, le persone continuano o riprendono a frequentare uno spazio che grazie alla campagna ha goduto di una più visibilità, accrescendo il proprio afflusso, e arriva ai suoi 15 anni di attività.

Nel Gennaio 2017 il Comune decide di sostituire lo spazio sociale XM24 con una caserma per motivi di sicurezza in Bolognina, ricordiamo che il quartiere ha i seguenti problemi di sicurezza:
- spaccio e uso di droghe
- furti e spaccate di negozi (che si manifestano anche in via Murri e Mazzini nel quartiere Savena ma la reazione del sindaco non è stata affatto quella di infilarci polizia, e forse perchè le caserme già ci sono e non cambia poi granchè)
- povertà
- degrado urbano
Problemi riscontrati in Bolognina, non necessariamente nella singola via dello spazio sociale autogestito XM24.

Curiosamente, non vengono sgomberati la SNAI, affollata a tutte le ore, non vengono tolte le slot machine dai bar, affollate a tutte le ore, nonostante normalmente non sia una bella accoppiata quartiere problematico e slot machine, ma questa giunta non sembra molto interessata a toccare quello che porta soldi, non importa come.

XM24 soldi non ne porta a nessuno purtroppo, le attività sono gratuite.

Le motivazioni di una scelta sociologicamente piuttosto discutibile sono le seguenti: gli attivisti dello spazio sono considerati dal Sindaco come "asociali", termine piuttosto utilizzato storicamente nel motivare la distruzione e l'allontanamento di ciò che da semplicemente fastidio (vedi, le lesbiche considerate come asociali nel periodo nazista), in questo caso è molto difficile dirlo di un posto che solo per tenere su un muro ha raccolto nel vicino 2013 i nomi della cultura bolognese e non, e da cui passano tantissime associazioni, spazi sociali, persone singole, basta leggere la relazione sugli ultimi 3 anni cioè quelli convenzionati per avere un'idea, ma basta anche solo andarci visto che gli orari delle attività sono pubblici sul sito, altra motivazione, sono stati lenti a rispondere nel tavolo portato avanti da Bruna Gambarelli. 

Ma facciamo due conti, l'incontro di partenza per il rinnovo convenzione è stato il 28 novembre tra XM24 e assessora alla cultura Bruna Gambarelli presso la sede del comune in piazza maggiore, a questo incontro, l'assessora spiega che i punti che bloccano da parte del comune il rinnovo della convenzione con lo spazio, sono due: 
- articolo 8 della convenzione andrebbe rispettato meglio, ovvero, le serate, e la pulizia dell'area circostante, anche da vetri (che non vengono venduti nello spazio ma sono ritirati anche quando portati da fuori) soprattutto il permanere degli avventori nel quartiere a oltranza in strada, bevendo anche nei locali in zona creano problemi, quali manovre propone lo spazio per risolvere? si prenda il tempo per rispondere e fissare un nuovo incontro
- relazione triennale da fornire sulle attività, più precisa di quella già mandata come documento tecnico poco tempo prima in vista di una commissione richiesta sullo spazio XM24, nello specifico vengono richiesti più dati sul quantitativo di persone e sulle specifiche attività - si prenda il tempo per rispondere

Nei primi di gennaio lo spazio richiede un incontro all'assessora per discutere le proposte e consegnare la relazione, l'assessora non risponde (come del resto non sta rispondendo a Vag61 già da un bel po', nonostante la convenzione scaduta e i loro solleciti inascoltati).


Lo sgombero è stato lanciato il 31 gennaio via mail, ma con data 25 gennaio, lo stesso giorno, il 31 gennaio viene anche inviata la relazione via mail, è una coincidenza ironicamente disarmante.
Ma andiamo avanti.

Il 1 febbraio alla domanda su cosa verrà fatto al posto di XM24 il sindaco Merola, ex assessore all'urbanistica che insieme alla sua giunta ha operato una forzatura del limite di costruzione edilizia sul territorio imposto dalla regione al 3%, dichiara che lui lo sa ma non lo dice cosa si vuol fare, Ara, il presidente di quartiere, invece non lo sa proprio.

Il 2 febbraio mattina i giornali già riportano una dichiarazione di Merola sul sostituire lo spazio con una caserma, un piano scritto di cui era già stato mandata una proposta di progetto al ministero apposito. 

Ora la Gambarelli parla di un peccato perchè è stata un'occasione mancata per portare avanti l'esperienza XM24, Merola parla di asocialità degli attivisti e non disponibilità.

Anche volendo attribuire a uno spazio sociale la colpa di una non velocità nel riorganizzare proposte di gestione delle serate e stilare una relazione triennale, diventa difficile non vedere delle forti incongruenze, incongruenze che di fatto minano fortemente la veridicità di quello che dice un sindaco e di quello che porta avanti la sua giunta, in particolare incarnati nell'assessora alla cultura Bruna Gambarelli. Perchè leggendo la relazione si nota che non manca una socialità dello spazio, vedendo i comunicati di difesa e le citazioni dell'ultimo periodo venute da Baum, Elastico, Labàs, Wu Ming ecc... è difficile, anche non conoscendo affatto la realtà XM24, poterla descrivere come qualcosa di asociale, e la questione tempistiche decisamente non torna, parliamo di un mese e qualche giorno di progettazione con in mezzo le festività natalizie, difficile pensare che questo porti a uno sgombero e ad una sostituzione con una caserma. 
Semplicemente questa sequenza non ha una logica anche volendocela cercare.

Un Sindaco Merola o ancora imberbe assessore all'urbanistica (che nel caso non si fosse notato è il ruolo su cui gioca tutta la politica Meroliana) che vogliamo ricordare da quando è presente nelle giunte a Bologna ha:
- costruito una nuova sede comunale
- avviato la modifica della stazione centrale e piazze medaglie d'oro
- proposto e messo in avvio il passante di mezzo (con una buffa idea di urbanistica partecipata in cui le persone sono chiamate ad esprimersi senza che le idee vengano effettivamente messe in atto)
- avviato i lavori del cinema massimo
- creato, sostenuto e avviato la trilogia navile, progetto che include anche il famoso sottopassaggio non utilizzato, progetto improbabilmente difficile da capire visto il contesto sociale e il tessuto urbano che è fallito due volte impiegando anche soldi pubblici
- sgombera atlantide (tuttora vuoto)
- sgombera bartleby (tuttora vuoto)
- non si presenta agli sgomberi effettuati dalla questura delle occupazioni abitative avviate dalla questura di via de Maria e ex Telecom
- manda un avviso di sgombero a xm24
- si propone per l'expo degli orti (come sappiamo tutti, questi eventi di grosso calibro significano altre costruzioni, rimodernamenti ecc...)
- vende i palazzi acer per costruirne di nuovi nonostante le emergenze abitative che avrebbero richiesto quantomeno delle residenze di transizione per de maria, gandusio, ex telecom (alcuni di questi palazzi sono pronti, invenduti dal 2013, e ristrutturati di fronte all'XM24, nello specifico in via Bolognese).

Sarebbe quantomeno interessante osservare il piano di ammortizzamento di questi progetti, fare qualche confronto sugli investimenti edilizi delle città e il loro seguito.

Sarebbe anche interessante chiedersi quanto sia giusto che un politico come Mazzanti, promotore del progetto fallimentare della trilogia navile rimasto tuttora incompiuto e di cui recentemente, durante la "bomba sgombero XM24" sia stata cambiata in sordina la data di completamento lavori di un anno in avanti (2018), la cui moglie è nel direttivo dell'Acer, e che vive in uno degli appartamenti dei nuovi fallimentari palazzoni della trilogia navile, possa essere il primo ad aver proposto di spostare l'XM24 e possa deliberare su questioni di questo tipo senza avere nessun tipo di conflitto di interesse.

Si parla infine dell'interesse dei cittadini nell'avere una caserma al posto dell'XM24, in un tam tam mediatico molto forte che già si respirava negli ultimi mesi, sostanzialmente da settembre portato avanti in primis dal Resto del Carlino, con articoli spesso discutibili ma che, anche non volendoci fare opinionismo riportarono notizie anche false (il Resto del Carlino poi non si è mai occupato di fare smentite su notizie fasulle quali soldi dati a XM24 dal Comune, bollette non pagate, nonostante la smentita dovuta che risultò come se niente fosse in articoli successivi dalla stessa assessora Gambarelli,  che sempre più appare come un personaggio che poco ha a che vedere con la cultura e molto con l'utilizzo strumentale di questo ruolo decisamente importante in primis per una città come Bologna, dove la cultura, quella vera, quella non fatta da conti di bilancio e rendimento degli immobili, si sta opponendo alle decisioni della sua testa istituzionale, a questo proposito è difficile non ripensare a quando Atlantide fu sgomberata lo stesso giorno in cui Ronchi, l'allora assessore alla cultura, doveva incontrare gli attivisti dello spazio per portare avanti la convenzione. L'assessora Gambarelli probabilmente è semplicemente incappata nella stessa fregatura, ma non vuole darlo a vedere.

In questo contesto così difficile per chi non segue ogni battuta al millesimo, in questo imbroglio di voci, pareri e portavoci, decisamente confuse, portate avanti in nome di cosa succede all'XM24, assurdamente da quelli che dentro l'XM24 non ci entrano mai, e non vivono in Bolognina, il Sindaco Merola, alle già citate motivazioni sulla scelta, parla di fare il bene dei cittadini che sicuramente vogliono una caserma al posto di uno spazio sociale, viene naturale chiedersi quali cittadini? 
Quelli, a quanto pare di serie B che frequentano lo spazio e non contano nonostante siano centinaia? 
Quelli che abitano in Bolognina che hanno parlato e scritto in diretta su Radio Città del Capo dicendo che fosse piuttosto assurdo mettere polizia in un quartiere già pieno di polizia, (infatti la Bolognina ha subito un incremento delle forze dell'ordine sempre più elevato negli ultimi mesi e basta girarci a piedi per scoprirlo) dove uno spazio sociale può dar fastidio per le serate ma nemmeno questo vale uno sgombero?

Aggiungerei che quando si parla di cultura, bisognerebbe anche chiedersi se cultura deve essere istituzionale, perchè cultura è anche qualcosa che dovrebbe, teoricamente essere libero dal condizionamento di chi le da fondi, ne controlla gli immobili e la sopravvivenza tramite bandi e convenzioni, dovrebbe di fatto essere in grado anche di criticare in modo comprensibile e creativo i propri regnanti, altrimenti non è che basta fare cose carine, dare spazi e stringere mani, perchè se questi poi non hanno nessuna possibilità di fare opposizioni senza rischiare la testa, parliamo di una cultura da vetrina, tanto valeva tenersi il Minculpop.

In questi giorni il re è nudo ma tutti guardano il foruncolo sulla faccia del bambino.

Per rispondere su cosa stia succedendo realmente in Bolognina, linko a questo articolo precedente.