venerdì 10 febbraio 2017

Polizia, CUA e opinionismo punitivo

Sulla vicenda CUA - Biblioteca - Polizia io nemmeno volevo entrare nel merito, ma tra commenti e giornalismi di bassa lega, schieramenti senza base logica, qui si esagera.

Vorrei aprire dichiarando innanzitutto che, a differenza delle opinioni che stanno emergendo, questa situazione non è una funzione dicotomica e inversa del tipo:
odio la Polizia quindi amo il CUA, 
amo la polizia quindi odio il CUA,
amo il CUA quindi odio la polizia,
amo i centri sociali quindi amo il CUA quindi odio la polizia, 
odio i centri sociali quindi odio il CUA quindi amo la polizia,

E così via estendendosi anche a tutti gli altri ambiti standard tipo stato - polizia, libertà - proteste, studenti-cua ecc...


Riportiamo il dibattito sulle due singole questioni, e sui suoi due attori fondamentali. 
Il CUA e la polizia, punto.

Sono due questioni e non dovete vergognarvi se il vostro pensiero non rientra nelle dicotomie inverse sopra dette, quindi svuotandoli dei loro collegamenti forzati abbiamo:
- il CUA, ovvero il collettivo universitario autonomo, che abbraccia diverse cause, dall'alta velocità ai precari dell'università, e quello che fa, come lo fa, può piacere o meno, a prescindere che si sia pro spazi sociali e realtà antagoniste o contro o non si abbia una opinione in merito
- la Polizia, che è un organo armato dello stato volto alla sicurezza e prevenzione, con addestramento specifico destinato a saper gestire le situazioni con il minor danno possibile in particolare sui civili

Ora, il CUA,  visto che l'università mette i tornelli che limitano l'accesso alla biblioteca di via zamboni 36 ai soli studenti, dopo altre manifestazioni di dissenso, ha occupato la biblioteca.
Questa manovra ha provocato consenso ma anche dissenso da parte anche degli stessi studenti.

La polizia è entrata nella biblioteca e ha risposto all'occupazione e alle provocazioni del CUA in modo serrato e violento, considerando il fatto che sono manovre su cui dovrebbero essere addestrati, considerando che stiamo parlando di CIVILI, il CUA infatti è un collettivo studentesco, non un gruppo armato, e questo nelle varie dicotomie si dimentica un po' troppo facilmente. 
La violenza non era necessaria vista la differenza di armi, assetto difensivo (antisommossa) e preparazione. 

Ora a me non interessa cosa pensiate del CUA, o meglio questo articolo non vuole parlare del CUA.

In questo post a me interessa invece parlare dell'altro soggetto e cioè la polizia e chiarire che la polizia non è un organo volto a scatenare i migliori auguri della nostra opinione negativa verso qualcuno.

Che non è uno strumento che nasce per esercitare la violenza ad ogni scostamento civile dall'ordine pubblico, non dovrebbe almeno, non in un paese democratico dove ribellioni, proteste e occupazioni possono essere anche semplicemente il sintomo di una parte di popolazione che deve poter rivendicare diritti senza essere minacciata di violenza.

La polizia, soprattutto, non è un organo punitivo, è un organo di sicurezza e controllo, e i commenti del tipo, "si meritino manganellate" o "gli stia bene", indicano che forse si sta fraintendendo la funzione della polizia, e anche le conseguenze di questo non proprio piccolo misunderstanding, perchè se lo Stato dovesse ragionare di pancia come sta facendo ora, anche le proteste per il lavoro, o contro un politico rischierebbero prima o poi, di essere sedate nel sangue.

La polizia in una democrazia non può essere innanzitutto la prima risposta ad una occupazione studentesca, non può essere poi così violenta, non può e basta, è un principio alla base della democrazia vs la dittatura, dove invece la polizia è un organo violento e punitivo con l'obiettivo specifico di "Punirne uno per educarne cento", cioè dissuadere chi non è d'accordo. La democrazia non è un sistema volto a dissuadere chi non è d'accordo ma volto a raccogliere in modo civile i disaccordi e a produrre una società più equa proprio grazie ai disaccordi. 

La polizia non può, in quest'ottica, e non per opinione, essere usata come prima soluzione per andare contro degli studenti disarmati che stanno occupando una biblioteca in modo così violento e questo a prescindere che voi sosteniate o no la manovra di occupare una biblioteca, che potete giudicare giusta o una cavolata, non importa.
A chi risponde "loro hanno occupato non hanno certo aperto un confronto", rispondo che un collettivo di studenti e lo Stato quando si comportano in modo antidemocratico non hanno assolutamente lo stesso peso e in una situazione di non minaccia all'incolumità di altri civili (non è che avessero ostaggi, o picchiato studenti) lo Stato deve agire secondo principi, non secondo una punizione non, agendo allo stesso modo ma in modo migliore e soprattutto non con la polizia come prima scelta.

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